Selinunte: la città tra i due fiumi
Quando siamo sbarcati in Sicilia, la visita dei parchi archeologici era naturalmente una parte fondamentale del nostro viaggio. Quello che più ci è rimasto nel cuore e che più ci ha affascinati è stato quello di Selinunte, la città costruita tra due fiumi. Come da nostra abitudine, condividiamo con con piacere con voi quanto abbiamo raccolto prima di approcciarci ad un posto così vasto e potenzialmente dispersivo.

È infatti fondamentale – o almeno lo è per noi – sapere cosa si sta andando a vedere. Magari senza entrare nei particolari architettonici, ma un poco di storia e di sommarie indicazioni sono il preambolo per gustarsi appieno qualsiasi esperienza. Naturalmente nello zaino, insieme ai vostri appunti o a una buona guida, non dovrebbero anche mai mancare un pacco d’entusiasmo e la vostra fantasia. Altrimentei, che senso avrebbe fare tanta strada per vedere “quattro pietre per terra”? Ebbene , avete capito proprio bene. Queste parole le ho lette in una recensione (negativa) su Tripadvisor riguardo ad un parco archeologico in Grecia. Si trattava niente poco di meno che di Olimpia. Personalissimo pensiero: a certa gente dovrebbero ritirare il passaporto!
Ma torniamo a noi, e a voi, che di entusiasmo ne abbiamo da vendere! Tra i più grandi e suggestivi parchi archeologici d’Europa, il Parco Archeologico di Selinunte si colloca senza dubbio tra le prime posizioni. Situato sulla costa sud-occidentale della Sicilia, a pochi chilometri di distanza da Castelvetrano (nella provincia di Trapani), questo sito racchiude al suo interno i ruderi di un’antica città greca, Selinunte, per l’appunto. Istituito dalla Regione Siciliana nel 2013, oggi il parco si presenta con un’estensione di circa 270 ettari e una gran varietà di aree visitabili.
Selinunte chiamata dai greci “Selinùs”, deriva il suo nome da σέλινον (sélinon), il sedano che tuttora vi cresce selvatico, divenuto simbolo della monetazione della città. Essa ebbe una vita breve (circa 240 anni). In questo periodo la sua popolazione crebbe fino a raggiungere i 100.000 abitanti. Lo stato in cui si presenta oggi non è dovuto solo alla sua distruzione ad opera dei Cartaginesi, ma anche a terremoti e a secoli di incuria e di gravi spoliazioni.
La Storia
Selinunte, fu fondata nel 650 a.C. lungo la costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli del Belice e del Modione, su un luogo non interessato da precedenti insediamenti indigeni. Raggiunse velocemente il suo massimo splendore nel VI e V secolo a.C.

La città fu l’avamposto occidentale della cultura greca in Sicilia. Dapprima in buoni rapporti con i Cartaginesi, dopo la loro disfatta nella battaglia di Himera (480 a.C.), Selinunte strinse alleanza con Siracusa, cui rimase fedele. La sua politica di espansione territoriale verso Segesta causò diverse guerre: il primo scontro avvenne nel 580 a.C. dal quale Segesta uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l’intraprendenza selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta per intraprendere una grande spedizione in Sicilia ed assediare Siracusa, ma ne uscirono disastrosamente sconfitti.
Questa disfatta ateniese alterò gli equilibri in quanto Segesta riuscì ad assicurarsi l’alleanza con i cartaginesi. I selinuntini non colsero i segni del cambiamento e distrussero Segesta, credendola ormai priva della protezione di Atene. La reazione di Cartagine fu drastica: la città venne assediata per nove giorni da un grande esercito di cartaginesi e, secondo Diodoro Siculo, fu distrutta completamente. Più della metà degli abitanti morirono e numerosi furono fatti prigionieri, altri riuscirono a fuggire ad Agrigento.
Ripopolata con i suoi profughi e con altre popolazioni che il fuoriuscito siracusano Ermocrate vi condusse, Selinunte fu ricostruita (comprese le mura) nella sola area dell’acropoli, divenendo per alcuni anni il quartier generale di Ermocrate dal quale partivano le sue azioni belliche contro le città puniche.
Alla morte di questo, Selinunte perse definitivamente la sua importanza politica; venne rioccupata dai cartaginesi (occupazione confermata, del resto, in tutti i successivi trattati greco-cartaginesi) quindi da Pirro (276 a.C.), fino alla definitiva evacuazione della sua popolazione durante la I Guerra Punica (250 a.C.), e all’assorbimento del suo territorio nei dominî romani.

Selinunte non fu più riabitata: le foci intasate dei fiumi resero la zona malsana, dissuadendo così nuovi insediamenti. Si sa infatti che Selinunte era disabitata già alla fine del I secolo a.C.
Successivamente la città fu interessata solo ancora in modo episodico da insediamenti, per altro molto modesti: ad esempio, nell’alto medioevo divenne dimora di eremiti e comunità religiose.
Il colpo di grazia, infine, le fu inferto da un violentissimo terremoto che, in epoca bizantina (VI-IX secolo), ridusse i suoi monumenti a un cumulo di rovine.
Un ultimo vano tentativo di farla rinascere fu fatto in epoca araba (IX-XI secolo, dopo di che di Selinunte si perse pure la memoria.
Noi siamo stati concisi, ma se siete interessati, vi lascio il link per un esaustivo articolo: https://www.selinunte.net/storia_selinunte.htm
Il Parco Archeologico
Come già detto, il Parco di Selinunte è uno dei più grandi parchi d’Europa del suo genere. Il sito si suddivide in sette aree distribuite lungo un percorso ben definito e costellato da templi, santuari e resti di costruzioni di ordine dorico. Per cui zampe in spalla e preparatevi ad una giornata bella piena. Vi suggerisco di utilizzare i trenini elettrici che vi risparmieranno lunghe passeggiate sotto il sole. E quando dico lunghe è perché lo sono veramente!
Alla destra dell’ingresso si fa subito notare un magnifico tempio che attirerà subito il vostro interesse.
1 – Vi troverete sulla collina orientale, dove vi sono tre templi.

Il Tempio E, il più recente dei tre, risale al 460-450 a.C. e ha una pianta molto simile a quella dei Templi A e O dell’Acropoli. Il suo attuale aspetto lo si deve all’anastilosi (ricomposizione e rinnalzamento delle sue colonne) effettuata – tra polemiche – tra il 1956 ed il 1959. Le sue dimensioni sono 67,82 X 25,33 metri e presenta 6 colonne sul lato corto e 15 colonne su quello lungo, di altezza m 10,1. Su molte di esse si possono ancora trovare tracce superstiti dell’originario stucco che le ricopriva.
Il Tempio F, il più antico ma anche il più piccolo dei tre, fu costruito fra il 550 e il 540 a.C. su modello del Tempio C. È fra i templi quello che maggiormente ha subito spoliazioni.
Il Tempio G è il più grande di Selinunte (lunghezza m 113,34; larghezza m 54,05; altezza m 30 circa) e uno dei maggiori del mondo greco. La sua costruzione, pur protraendosi dal 530 al 409 a.C., rimase tuttavia incompiuta, come risulta dall’assenza di scanalature in alcune colonne, e dall’esistenza di rocchi di colonne delle stesse dimensioni a km 10 di distanza, in fase di estrazione, nelle Cave di Cusa. Tra il cumulo terrificante delle sue rovine, si riconosce un peristilio di 8 x 17 colonne (altezza m 16,27; diametro m 3,41) di cui sta in piedi una sola – ricomposta nel 1832. Il Tempio G probabilmente aveva anche la funzione di tesoro della città. Dall’iscrizione rinvenutavi sembra che fosse dedicato ad Apollo; oggi, in base a studi recenti, si propende ad attribuirlo a Zeus
È ora giunto il momento di prendere il famoso trenino: è a pagamento, ma vi assicuro che alla fine della giornata ringrazierete di aver aperto il portafoglio.
2 – La strada sterrata vi condurrà al centro del parco, dove si trova l’Acropoli ovvero la zona principale del complesso. È composta da più fortificazioni collocate sulla sommità di un altopiano calcareo che, a sud, conduce a uno spettacolare strapiombo sul mare. Inutile dirvi che i panorami, ovunque posiate lo sguardo, sono favolosi.

All’apparenza il tutto vi sembrerà un ammasso caotico di basamenti, pietre e colonne franate. Qui più che altrove, le nozioni che avete appreso in precedenza e la vostra fantasia vi saranno di grandissimo aiuto.
L’impianto urbano dell’acropoli è suddiviso in quartieri da due strade, intersecate a loro volta da altre vie minori e da numerosi templi: A, B, C, D, O.
Questa sistemazione urbanistica – che riproduce quella più antica – risale però al IV secolo a.C., cioè alla Selinunte punica.
Ai primi anni della colonia, invece, sono da attribuire diverse aree e piccoli santuari innalzati sull’acropoli, sostituiti circa cinquant’anni più tardi da templi più grandi e duraturi; il primo di essi sembra sia stato il cosiddetto mègaron nei pressi dei Templi B e C.
Non stiamo qui a descrivervi nel particolare le vare strutture: questo articolo diventerebbe troppo lungo e didascalico. Se vi siete comperati una buona guida, li potrete individuare facilmente. In alternativa, lasciatevi guidare dal vostro cuore e dalla vostra fantasia. La mole dei detriti vi farà intuire comunque la passata grandezza degli edifici.
3 – Nella zona settentrionale del parco, sulla Collina Manuzza, sorgeva un altro centro abitato e, si presume, anche l’agorà. Nell’area, riconosciuta con fotografie aeree, non sono stati fatti ancora degli scavi sistematici, ma solo dei saggi i quali hanno comunque confermato che il luogo era abitato fin dalla fondazione di Selinunte, e che dunque non si tratta di una fase successiva di espansione della città.
Dopo la distruzione di Selinunte, quest’area della città non fu più riabitata; i profughi tornati al seguito di Ermocrate, si insediarono unicamente sull’acropoli, in quanto era più facilmente difendibile.
Noi non ci siamo andati e non penso che si possa visitare…quantomeno non abbiamo visto alcuna indicazione per raggiungerla. Ma siccome siamo curiosi, lo abbiamo fatto più tardi con i nostri mezzi, ovvero con l’utilizzo di Google Earth, un software gratuito che genera immagini virtuali della Terra utilizzando foto satellitari, aeree e dati topografici memorizzati. Si, insomma, si fa quel che si può. Se ci date un’occhiata anche voi, vi renderete conto di quanto il sito sia davvero vasto e di quante cose ci siano ancora da portare alla luce.

Risalite ora nuovamente sul piccolo mezzo elettrico che vi condurrà a ponente. A Rush questo rumoroso e traballante trenino inizialmente non era stato di tanto gradimento, ma a fine visita non si è fatto pregare per saltarvici dentro…e neanche io. Credetemi: è una manna dal cielo, soprattutto quando il sole è a picco e non si trova un angolo d’ombra… neanche a pagarlo!
4 – A ovest, sulla Collina Gaggera, vi sono gli insediamenti più antichi di Selinunte: la necropoli arcaica ed il Santuario della Malophoros
Il Santuario della Malophoros è il più antico santuario di Selinunte dedicato alla dea della fertilità. Scavato a più riprese a partire dal 1874, il Santuario si trova sulla Collina Gaggera, in particolare sul suo declino sabbioso. Prima della sua costruzione, si pensa che i culti venissero svolti all’aperto ma, una volta eretto l’edificio, divenne da subito santuario e probabilmente stazione dei cortei funebri di passaggio. Il Santuario (60×50 metri) è caratterizzato da un recinto rettangolare all’interno del quale sorge una struttura di tipo circolare; al centro, vi è poi un altare di grandi dimensioni, nei pressi del quale dovevano verificarsi i sacrifici: qui infatti sono stati rinvenuti resti di ossa di animali e ceneri.

5 – I due porti che la città aveva si trovano in corrispondenza delle foci dei fiumi. Al momento sono per lo più ancora interrati, e decisamente fuori dalla nostra portata. Si stanno eseguendo negli ultimi anni degli scavi che stanno dando ottimi risultati.
6 – Anche se non le abbiamo visitate, sappiamo che attorno all’area di Selinunte sono state rinvenute molteplici Necropoli, ovvero zone adibite alla sepoltura dei morti. Una di esse è la Necropoli Buffa (la più antica per costruzione) a nord della collina orientale, che presenta una fossa votiva di forma triangolare in cui sono stati trovati resti di terrecotte, vasi e animali sacrificati. A nord-est della collina di Manuzza, invece, sorge la Necropoli di Galera Bagliazzo, con le tipiche tombe in tufo singole e di gruppo: da quest’area venne estratta a fine 1800 una statua rappresentante il dio Efebo, oggi conservata in un piccolo complesso museale vicino all’Acropoli. Infine, la Necropoli di Pipio Bresciana e Manicalunga, a ovest della Gaggera, è di fatto la necropoli più estesa di Selinunte: qui sono presenti sarcofagi in tufo, ma anche in terracotta; inoltre vi sono stati ritrovati parecchi reperti che testimoniano l’utilizzo non soltanto dell’inumazione per la sepoltura dei corpi ma anche della cremazione.
7 – Se ne avete la possibilità, spingetevi fino a 11km da Selinunte, dove si trovano le note Cave di Cusa. Anche conosciute come Rocche di Cusa, sono un sito archeologico di grande interesse turistico, costituito da cave in pietra estese lungo circa 2 km in prossimità della costa. Oltre che essere piuttosto suggestive per la loro posizione, le Cave erano anche di fondamentale importanza per l’area di Selinunte poiché è proprio da qui che venivano estratti i materiali per le costruzioni di quello che è diventato oggi sito archeologico. Oltre alle cave vere e proprie, è possibile individuare capitelli, incisioni, oltre a gigantesche colonne (si pensa destinate al Tempio G). L’aspetto più interessante, tuttavia, riguarda la possibilità di riconoscere e individuare tutte le fasi della lavorazione: a causa della minaccia cartaginese che incombeva sulla città e nelle zone limitrofe ad essa nel 400 a.C., i lavori furono interrotti bruscamente permettendo a preziose testimonianze di arrivare praticamente intatte fino ai giorni nostri.

Per mancanza di tempo noi non le abbiamo visitate, ma ci siamo riproposti di farlo in un’altra occasione. A dirla tutta, ci piacerebbe molto ripetere l’esperienza per andare a cercare altri angoli di questo straordinario parco archeologico!
Vi lascio qui i link di un paio di video scovati su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=l2w0npRzEQ0&list=PLx5Dt0YHERspNaWLsxBFOKwPEkHPxtxex&index=3 è una ricostruzione in 3D in musica, e la versione stesa con un’interessantissima lezione di storia d’arte https://www.youtube.com/watch?v=dVOIjFczcQ4
Come arrivare.
Il Parco Archeologico di Selinunte dista da Castelvetrano circa 13km (ovvero, meno di 20 minuti di auto). Arrivando da Palermo, basta seguire la A29 fino a Mazara del Vallo per poi imboccare l’uscita per Castelvetrano e seguire a sinistra in direzione Marinella di Selinunte. Arrivando da Trapani, invece, è consigliabile uscire a Castelvetrano, subito dopo lo svincolo per Segesta, per poi proseguire per Marinella di Selinunte.
Come sempre vi invito a visitare il sito ufficiale dove potrete approfondire i temi ed avere informazioni aggiornate circa gli orari d’apertura ed i prezzi del biglietto d’ingresso. https://www.visitselinunte.com/parco-archeologico/
A me preme sottolineare che l’accesso è consentito anche ai nostri amici a quattro zampe che devono però (ovviamente) essere tenuti al guinzaglio. Possono anche salire sui – benedetti – piccoli trenini elettrici che vi scorrazzeranno da una parte all’altra del sito.

Suggerimento personalissimo: mettetevi un cappellino e portate acqua da bere per voi ed il vostro cane. Ricordatevi che il sole da quelle parti non fa prigionieri! Inoltre, visto che trascorrerete un sacco di tempo nel parco, uno spuntino nello zaino non è un’opzione da trascurare. Inutile dire che scarpe comode o da ginnastica sono un must!
Per finire, vi invito a vedere anche il videodiario che abbiamo fatto di quel viaggio, magari lasciandoci un “like” ed iscrivendovi al nostro canale: https://www.youtube.com/watch?v=JIwUt3W8Neg&t=2s
I media
L’attrezzatura che abbiamo usato per documentare la nostra visita è composta da:
- Macchina fotografica reflex CANON EOS 550D
- Ottica Tamron 18-200mm F/3,5-6,3 Di II VC Obiettivo Stabilizzato
- I-phone 6s