Tintagel Castle: dove la leggenda di Re Artù ebbe inizio

Era la primavera del 2018 quando siamo riusciti a realizzare uno dei nostri sogni nel cassetto: visitare Tintagel Castle, in Cornovaglia. Le nostre aspettative non sono state disattese. Non aspettatevi imponenti rovine: non è rimasto molto degli antichi fasti. Invero, il sito è pregno di magia e noi ne abbiamo fatto il pieno.

Ma come si pronuncia?

Pur non essendo una di quelle parole difficilissime di origini celtica, abbiamo voluto iniziare col piede giusto ed informarci su quale fosse la sua corretta pronuncia. Abbiamo scoperto, manco a dirlo, di aver sempre pronunciato in modo sbagliato: l’accento va sulla “a”, e non sulla prima sillaba. Niente di difficile. Ripetete anche voi insieme a noi: Tintàgel Castle.

Bene: ora potevamo chiedere informazioni sul luogo senza fare la figura dei macaronici (Macaronici=persone che “Io no spic inglisc”).

Un poco di storia prima della leggenda.

La storia di questo enigmatico luogo risale a secoli prima che i primi racconti del leggendario re lo avvolgessero nelle nebbie del romanticismo. Pare infatti che fosse già conosciuto in epoca romana. Due pietre miliari trovate nella zona indicano la presenza nell’area di una importante strada di comunicazione e diversi piccoli reperti, tra cui ceramiche e alcune monete romane di fine III e inizio IV secolo, suggeriscono anche delle attività sul promontorio. Tuttavia, sembra improbabile che ciò sia stato significativo.

Dal 450 d.C. circa al 650 d.C. circa Tintagel fu invece un sito prospero e molto significativo, strettamente coinvolto negli scambi con il mondo mediterraneo. L’importanza e la data della prima occupazione sono evidenti dai numerosi pezzi di ceramiche mediterranee importate, tra cui stoviglie di alta qualità (Tintagel ha di gran lunga la più grande quantità finora scoperta in tutta la Gran Bretagna).

Ricostruzione di come doveva apparire Tintàgel nel periodo del suo massimo splendore.

Sono stati trovati anche frammenti di vetro mediterraneo dello stesso periodo. Questi beni arrivarono nella penisola sud-occidentale via nave come parte di un commercio sistematico che portava beni di lusso e che in cambio, presumibilmente, prendeva stagno, di cui la penisola di Penwith è ricca.

Recentemente è anche stata scoperta una pietra incisa con lettere latine e lettere greche e simboli cristiani, tutti risalenti al VII secolo. Ciò conferisce ulteriore peso alla teoria secondo cui Tintàgel era un sito reale con una cultura cristiana letterata e una rete di collegamenti che si estendeva dall’Europa atlantica al Mediterraneo orientale.

In quei tempi il posto era una roccaforte secolare degli allora sovrani di Dumnonia. La penisola era coperta da molti piccoli edifici rettangolari, alcuni visibili oggi. Una grande sponda e un fossato, anch’essi ancora visibili, difendevano lo stretto lembo che la univa alla terraferma e che, a quei tempi, potrebbe essere stato alto quanto la terra su entrambi i lati. Questo stretto collo di terra, rendeva la penisola fortemente difendibile, con ampie vedute su tutta la parte meridionale del Canale di Bristol. Un valore aggiunto assolutamente non trascurabile era la presenza di acqua dolce, raggiungibile tramite un pozzo.

Tuttavia, fu proprio la conformazione geologica a decretarne l’abbandono. Numerose frane minavano gli edifici, e lo stesso stretto lembo di terra si sgretolava, rendendo l’accesso alla piccola penisola sempre più difficoltoso.

Dopo la metà del 7 ° secolo e per oltre 500 anni ci sono poche prove di attività sul promontorio.

La nascita della leggenda di Re Artù

La grande statua di re Artù posta nel punto più a strapiombo. Sempre in quel luogo già era stato scolpito nella roccia il volto di Merlino (sollevando non poche polemiche).

Probabilmente furono i ricordi di questa importante roccaforte dei re della Cornovaglia che ispirarono lo scrittore del XII secolo Geoffrey di Monmouth a indicare Tintagel nella sua “Storia dei re di Gran Bretagna” come il luogo dove, con l’aiuto di Merlino, fu concepito Re Artù. Allo stesso tempo, scrittori della Cornovaglia e della Bretagna hanno collegato la storia d’amore di Tristano e Isotta con Tintagel.

Per chi fosse affascinato dalla leggenda e di quanto storicamente possa esserci di vero, lascio qui un link interessante:  https://www.albertomassaiu.it/re-artu-storia-o-mito/

Nel 1230 il ricco ed ambizioso Richard, conte di Cornovaglia eresse qui un castello. Il sito non aveva un valore militare: ciò che lo spinse a costruire fu l’ispirazione nella sola leggenda.  Proprio perché strategicamente inutile e geologicamente fragile, la costruzione cadde presto in rovina. Tuttavia, anche molto tempo dopo la rovina del castello, l’associazione ai miti mantennero vivo l’interesse per Tintagel Castle. D’altronde la leggenda di Artù divenne così potente da segnare profondamente il destino di molti luoghi, come ad esempio Glastonbury Abbey, ove il Re e Ginevra trovarono l’ultima dimora.

Tintagel Castle in tempi moderni

Oggi Tintagel Castle è uno dei siti storici più spettacolari della Gran Bretagna. Ma il percorso verso il castello è stato a lungo impegnativo, con oltre cento gradini che si snodano dalle le rovine della scogliera.

La nostra fantastica esperienza.

La parte terminale della gradinata. In cima si intravede la porta d’accesso.

Anche noi li abbiamo percorsi e posso garantirvi che quei gradini sono tanti, stretti e…mooolto alti. Come nei film di Indiana Jones o di un videogioco di Tomb raider, la nostra ardua ascesa verso la meta ci ha condotto a passare attraverso una piccola porta di legno. Da quel punto in poi è per noi iniziata la magia. Forse perché eravamo in bassa stagione, forse perché la visita è solo per chi se la guadagna con il sudore, forse perché … forse perché è così e basta, ma a noi è parso di essere catapultati in un altro mondo.

La porta d’accesso al magico mondo di Tintàgel

Improvvisamente siamo diventati estremamente consci di quanto ci circondava: il rumore delle onde che s’infrangevano contro le scogliere, il grido dei gabbiani, il profumo salmastrato del mare misto a quello della terra, il vento che a tratti schiaffeggiava quell’esposto promontorio. Persino Rush, di solito timido e pauroso, si era ringalluzzito e trotterellava con coda alta al vento ed un sorriso a…a … Quanti denti ha un cane?

In preda all’eccitazione e ad un mistico sentimento di riverenza, abbiamo attraversato la grande sala del castello di Riccardo di Cornovaglia, percorso i sentieri soffici che conducevano ora verso il pozzo, ora verso le fondamenta muschiate di antiche case, ora fino ai muriccioli di quella che fu la piccola chiesa. Abbiamo vagabondato da un confine all’altro di quello spiazzo di verde terra fino a quando, nel punto più a strapiombo dell’altopiano, abbiamo incontrato Lui: Re Artù. Come una visione, si stagliava a tratti contro l’azzurro del cielo, in posa con la sua leggendaria spada Excalibur. Al contempo imponente ed evanescente, come la sua leggenda.

Improvvisamente anche la nostra smania si è placata e ci siamo seduti felicemente esausti sopra ad un muretto a sgranocchiare quello che rimaneva di un pacchetto di cracker.

Molti edificii sono accuratamente descritti e ricostruiio su piccoli ceppi informativi

In quel momento ci sentivamo in pace, lontani dalla frenesia della nostra quotidianità e molto più vicini a qualche cosa di più intimo, di più reale, pronti ad assorbire con tutti i nostri sensi ciò che ci si stava offrendo. Non so dirvi se il Grande Re è davvero stato concepito qui, se davvero sia storicamente esistito e se fosse come la leggenda narra. Sta di fatto che a Tintagel ci siamo persi per poi ritrovarci molto più ricchi.

Parecchi minuti più tardi, con l’anima piena e serena, la ripida discesa ci è stata alquanto lieve.

Per chi volesse vivere, in differita questa nostra esperienza, vi metto il link del video del nostro canale youtube. https://www.youtube.com/watch?v=Zxnv9deiz2Y

Visitare Tintagel Castle

La via d’accesso alla penisola

A chi volesse visitare questo straordinario luogo, do infine un’ottima notizia: nel 2019 è stata costruita una passerella, ricreando la storica traversata dalla terraferma al promontorio. Tuttavia, per preservare il sito archeologico, l’English Heritage ha deciso di evitare il sovraffollamento, tipico delle stagioni turistiche, introducendo l’ingresso solo su prenotazione.

Non vedetela come una scocciatura, ma come un’opportunità di poter vivere un’esperienza simile alla nostra, senza calca e senza fretta. Potete prenotare dal loro sito, dove tra l’altro troverete tantissime informazioni interessanti, i prezzi e gli orari: https://www.english-heritage.org.uk/visit/places/tintagel-castle/

Il nostro personale consiglio è sempre il medesimo: avvicinatevi con lo spirito di un bambino. L’entusiasmo, la curiosità e la fantasia hanno il potere di farci percepire le cose in modo stupendo, lasciandoci ricordi che rimarranno per sempre appiccicati alla nostra anima.

I media

L’attrezzatura che abbiamo usato per documentare la nostra visita è composta da:

Frankie

Ciao, mi chiamo Francesca, per gli amici Frankie. Sono una persona che ama viaggiare e lo faccio come posso, secondo le mie disponibilità di tempo e di denaro. Amo viaggiare e amo scegliere cosa fare dei miei viaggi, senza dover rendere conto a nessuno se non al mio umore, al clima ed al cuore. Pochi sono i compagni che ho scelto, ma il migliore di tutti ha quattro zampe ed una coda scodinzolante.

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